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al testo di Angelo Ricotta
Sabbie marziane
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Nella casa del bosco ove si raccoglievano le stelle la porta del tempo è ormai chiusa la polvere ha spento ogni scintilla di vita La fede gli amici gli amori la patria ho perso ogni speranza Ora vivo altrove in nessun luogo con la mia corte di spettri remoti nel tuo insano desiderio di vita Se mi chiedi chi sono ti rispondo Ero figlio dei torrenti delle uova rotte nel cappellino rosso sotto una pioggia tropicale dietro la siepe alta torrida e buia di una chiesa aliena Sui gradini di un altare il teatro è morto sosia disperato d’un attore Rendimi i miei voti maledetto gridasti nell’affollata pizzeria rivelandoci a sorpresa la tua estrema ingenuità Ma io non ascoltai il vostro pianto veleggiavo su sabbie marziane giocando col vento rosso libero alfine dal dolore
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Roberto Milanese
- 04/02/2018 14:58:00
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Le faccio i miei complimenti. A mio avviso uno scritto intelligente e davvero ben riuscito, sia nel significato che nel significante.
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Arcangelo Galante
- 04/02/2018 14:42:00
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Sembrano delle riflessioni scaturite da un’altra dimensione, in cui, l’unico tempo presente, è quello passato, ove la porta del tempo si è ormai chiusa, da tempo immemore. Essere o non essere? Ben si sposa, la fatidica domanda, da porre a quella coltre di spettri remoti, sui gradini di un altare di un’aliena chiesa. Forse è meglio veleggiare su sabbie marziane, con le quali, poter giocare, dopo essersi liberati dal dolore. Una poesia che ho molto gradito. Con stima ed amicizia, saluto. :-)
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Angelo Ricotta
- 04/02/2018 12:20:00
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@ Edi Davoli Anche la tua interpretazione è corretta. Cè un po di tutto nella poesia che, nelle sue linee essenziali, è abbastanza esplicita. Direi che mi è riuscita bene. Naturalmente il dettaglio dei fatti non è mai comunicabile, ma come esseri umani tutti condividiamo una comune sensibilità che ci fa comprendere laltro pur nelle differenze. Buone cose.
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Angelo Ricotta
- 04/02/2018 12:03:00
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Aggiungerei alle catastrofi da te citate anche quelle provenienti dallo spazio: impatti con asteroidi, comete, gamma bursts, buchi neri. In questo contesto cosmico che ci fa scomparire però non bisogna sottovalutare le fatiche quotidiane. Alla fin fine noi siamo immersi in esse e non possiamo far altrimenti che occuparcene. Dobbiamo pur cercare di vivere al meglio e quindi siamo costretti a fare delle scelte, a batterci contro le difficoltà e contro coloro che ci vogliono danneggiare. È il destino della formica, ma come dargli torto? Buona domenica anche a te.
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Edi Davoli
- 04/02/2018 11:59:00
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Io Angelo, vedo questa tua come un viaggio interiore dove quello che eri, oggi è cambiato, perduto forse per sempre. Distaccato da tutto e da tutti, su sabbie marziane, un altro mondo dove tu ti illudi di aver, perso anche il dolore. Mi è piaciuta e scusa se la mia interpretazione non corrisponde al tuo canto. Saluti
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Franca Colozzo
- 04/02/2018 11:17:00
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Angelo, nella tua veste di marziano, apri squarci di mondi ormai seppelliti dalla sabbia del tempo. Si intravedono paesaggi inusitati che la polvere rossa ha ricoperto, lasciando solchi di primitivi torrenti ora prosciugati. Questa tua poesia su Marte offre lo spunto per interrogativi inquietanti. E se ciò accadesse un giorno anche alla Terra? Se latmosfera di pochi chilometri che ci avviluppa scomparisse o venisse distrutta dalle continue emissioni tossiche, il nostro pianeta finirebbe per sempre di esistere. Al pari di una sfera di cristallo smagliante di azzurro, vista dallo spazio, con le sue foreste sempre più ridotte dalla mano insensata delluomo, la Terra è solo un puntino nel sistema solare, ai margini della nostra Galassia. Quanto inutile dolore ci siamo stupidamente inflitti! I versi finali della tua poesia sono come una pietra tombale sulla stoltezza degli uomini. Alla fine cosa rimarrà? Soltanto il remoto ricordo di quello che eravamo nella semplice quotidianità di allora, tra insulse e vane dispute. Ed ora? Solo polvere che soffocherà per sempre la vana, reciproca sofferenza. Intensa poesia, piena di suggestioni e di un recondito ammonimento allintera umanità. Spero di averla interpretata bene. Buona domenica. Franca
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